
La guerra civile nell’Abruzzo teramano nelle opere di Renato Coccia
L’esposizione delle opere dell’artista Renato Coccia aventi ad oggetto il brigantaggio nel teramano e l’assedio della Fortezza di Civitella del Tronto negli anni 1860-1861 ci consente l’approccio ad un mondo dimenticato dalla grande storia. Senza questa rassegna monotematica potremmo solo ricorrere all’immaginazione e alla fantasia per ricostruire i volti, le figure, l’abbigliamento, il contesto naturale e storico in cui si collocano personaggi e vicende narrate che, nei quadri e nei disegni di Renato Coccia, riacquistano autenticità e identità inconfondibili, e un grande valore documentale, considerando che il brigantaggio e l’assedio della fortezza hanno scarse tracce iconografiche. Il motivo di questa disattenzione trova spiegazione nel complesso della grande storia risorgimentale, l’assedio della fortezza e il brigantaggio teramano rappresentano una storia minore, di cui all’epoca si voleva nascondere l’esistenza, una macchia di vergogna nella splendida iconografia che le classi dirigenti del Paese stavano costruendo per nobilitare a posteriori le eroiche vicende e gli eroici protagonisti che avevano costruito l’unità nazionale. Era questa la storia dei vinti, non meritevole di narrazione, anzi da cancellare, su cui stendere una coltre di silenzio e di oblio. Renato Coccia si presenta invece con questa rassegna come l’artista di una controstoria del Risorgimento teramano, mostrandoci il popolo raffigurato nelle scene corali, i soldati borbonici, i briganti, come protagonisti di una storia più autentica che merita di essere ricostruita e riconosciuta. Restituire un volto ai briganti teramani è un’opera di carattere artistico e insieme di valore storico-antropologico, perché il nostro artista si è basato su approfondite conoscenze documentali e sulla ricerca sul campo degli scenari naturali e urbani riprodotti nelle tele e nei disegni. Si tratta però anche di un’opera di civiltà: quasi tutti i briganti sono morti in modo violento e i loro corpi, straziati e vilipesi, erano esposti per lungo tempo come monito alle popolazioni, erano sepolti fuori dai cimiteri e il loro nome non figurava nemmeno nel liber mortuorum delle parrocchie.
La mostra “La guerra civile nell’Abruzzo teramano nelle opere di Renato Coccia” è stata curata da Nino Falini, è stata aperta al pubblico dall’11 luglio al 13 settembre 2020 presso la Fortezza Borbonica di Civitella del Tronto.