Capitano brigante legittimista Bernardo Stramenga
Bernardo Stramenga era di Villa Passo, frazione di Civitella del Tronto. Si autonominò capitano e guidò una delle più temibili bande, di circa 150 uomini, che operavano nel teramano. Dopo la caduta della fortezza di Civitella allargò il raggio d’azione della sua banda all’aquilano, nell’area di confine con lo Stato Pontificio. Dopo un’incursione inizialmente vittoriosa, che aveva portato all’occupazione di Fano Adriano (Te), la sua banda fu intrappolata da reparti di fanteria e della guardia nazionale abruzzese e completamente
distrutta: tra i superstiti 13 furono fucilati e 17 catturati nell’inseguimento successivo. Il 19 maggio 1863 Stramenga fu arrestato dalle truppe francesi mentre tentava di sfuggire alla cattura da parte dell’esercito italiano entrando nello Stato del Papa. Scontata la pena di cinque anni, fu obbligato dal governo francese a non fare mai più ritorno nel Regno d’Italia e a non avere più contatto con la famiglia (sua moglie e i suoi quattro figli piccoli avevano anche, in precedenza, subito gli arresti per connivenza).